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Sansovino, Jacopo

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Biography

Jacopo Sansovino al secolo Jacopo Tatti detto il Sansovino è stato un architetto e scultore italiano.
Iniziò il suo apprendistato artistico nella bottega di Andrea Contucci, detto Il Sansovino, dal quale ereditò anche il soprannome, verso il 1506 a Roma, accompagnato da Giuliano da Sangallo il Giovane; le sue prime opere autonome e autografe sono documentate solo a partire dal successivo rientro a Firenze, dal 1511 al 1518, mentre è assai probabile l'esecuzione da parte sua dell'ultima delle sculture (verso sinistra) nel coro di Santa Maria del Popolo, dove Andrea Sansovino stava lavorando ai 2 monumenti funebri di Ascanio Sforza e Girolamo della Rovere sotto la direzione di Donato Bramante. Seguono altre opere legate allo stile del suo maestro Andrea, come il San Jacopo Apostolo (1511, Duomo di Firenze) o il San Jacopo di Compostela (1518, chiesa di Santa Maria di Monserrato, Roma). Sempre a Firenze partecipò al concorso per la realizzazione del Mercato Nuovo, senza vincerlo. Migliore esito ebbe invece il concorso per la basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini a Roma, bandito da Leone X nel 1514, al quale parteciparono anche Raffaello, Antonio da Sangallo il Giovane e Baldassarre Peruzzi. Il suo progetto fu scelto ma, in seguito a difficoltà tecniche, egli abbandonò il cantiere poco dopo l'inizio, delegando Antonio da Sangallo.
Fuggì da Roma in seguito al Sacco del 1527, riparando a Venezia, dove avrebbe voluto solo transitare, diretto verso la Francia. Fu invece trattenuto in città dopo essere stato presentato al doge Andrea Gritti dal cardinal Grimani, ricevendo un'immediata commissione per il restauro delle cupole della basilica di San Marco. A Venezia si stabilì poi in via definitiva e lasciò la città lagunare solo per un viaggio nella sua città natale, nel 1540. Qui lavorò come scultore e, soprattutto, come architetto, spesso ospitando suoi concittadini, quali l'Ammannati, il Vasari, Francesco Salviati.
Partecipò probabilmente alla ricostruzione delle Procuratie Vecchie, nella fase conclusiva dei lavori, e da questo intervento prese forma il progetto di ristrutturazione completa di piazza San Marco, comprendente l'edificazione della Biblioteca Marciana (fino al 1546), della Loggetta del Campanile (1537-1540), per la quale scolpì anche i rilievi e le statue nelle nicchie, e infine delle Procuratie nuove, costruzione cui attesero, a causa della sua morte, Vincenzo Scamozzi e Baldassare Longhena, il primo dei quali modificò l'originale progetto del Sansovino, aggiungendo all'edificio un ulteriore piano, e dunque innalzandolo rispetto alla Libreria Marciana. Sansovino fu nominato Proto della Repubblica, cioè massimo architetto, nel 1529, prestigiosa carica che mantenne fino alla morte.
All'epoca della ristrutturazione della piazza, il Sansovino era stato anche autore della chiesa di San Geminiano, capolavoro distrutto per volontà di Napoleone, che vi fece costruire l'attuale Ala Napoleonica. Un'altra opera distrutta in seguito alle soppressioni napoleoniche è la chiesa di Santo Spirito sull'isola omonima della Laguna, della quale oggi rimangono solo parti dei muri perimetrali.
Altre opere veneziane sono l'interno della chiesa di Santa Maria della Misericordia, la Zecca (1536-1540), il palazzo Corner sul Canal Grande (dal 1537), la chiesa di San Francesco alla Vigna (1534, poi completata dal Palladio), la Tribuna del Duomo (1538), la chiesa di San Martino (1540), l'altare dell'Assunta di Tiziano nel Duomo di Verona (1543), la Scala d'oro nel Palazzo Ducale (1554).
Villa Garzoni, Pontecasale, Candiana
In terraferma un'opera di notevole importanza è Villa Garzoni a Pontecasale di Candiana, nella bassa padovana.
Per quanto riguarda la sua attività di scultore a Venezia, numerose furono le commissione per marmi e bronzi, come la Madonna con Bambino per l'Arsenale di Venezia (1534), il Miracolo del fanciullo Parrasio e la Guarigione della giovane Carilla per la basilica di Sant'Antonio da Padova (1535-36), le sculture, la cancellata del presbiterio e la porta bronzea della sacrestia di San Marco (1537-1546), il Battista per la chiesa dei Frari (1540-1550).
Grazie all'amicizia con Pietro Aretino e Tiziano, fu ammesso al patriziato veneziano. Alla sua morte, fu celebrato come uno dei più notevoli e influenti architetti della Repubblica. Gli succedette alla carica di Proto Andrea Palladio, che inoltre nel 1549 realizzò, su progetto di Sansovino, la copertura superiore di palazzo della Loggia a Brescia.
Le sue ceneri sono ora conservate nel battistero della basilica di San Marco. Suo figlio, Francesco Sansovino, fu un importante letterato e critico d'arte. Sua figlia, Alessandra Tatti, sposò in Firenze l'empolese Chimenti di Girolamo di Michele e, da tale unione, nacque il pittore Jacopo di Chimenti, detto l'Empoli.

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